La fiumara, pur con andamento torrentizio, riesce a mantenere l’acqua per gran parte dell’anno e costituisce il principale fiume a livello locale, grazie a numerose sorgenti e piccoli affluenti. Ciò ne aveva fatto storicamente un sito in cui, sino a pochi anni fa, operavano diversi mulini (sino a 17, a seconda delle fonti) per la macinatura del grano e dove, in apposite vasche scavate nella roccia, venivano lasciati a macerare la canapa e il lino, per poi essere lavorati.

Qui di fianco particolari del sistema ad asse verticale dell’antico mulino di località Giardini, recentemente ristrutturato. Costruito nel 1822 dalla famiglia Adesi di Tropea, utilizza due macine in pietra di provenienza francese, con le quali si macinava il grano bianco (il frumento, di solito duro) e il grano nero (altri cereali come avena, orzo o mais). Prendeva l’acqua dalla fiumara tramite uno stretto canale di derivazione o gora che precipitava il liquido nel mulino attraverso un sifone verticale a forma di imbuto inclinato formato da massi granitici tagliati con perizia e detto saltta.
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